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FUMAROLE DELL'AREA IDROTERMALE DI PISCIARELLI

L'area di Pisciarelli è ubicata a monte della conca di Agnano, più precisamente alle spalle dell'edificio vulcanico della Solfatara, ed evidentemente con esso connesso.

Il sito è caratterizzato dalla presenza di  un' ampia e ribollente "fangaia" (depressione che accumula acqua piovana e acqua di condensazione dei vapori mescolato con materiale argilloso)  e numerose fumarole dove la principale si distingue per intensità e dimensione soprattutto nelle giornate con un'apprezzabile tasso di umidità.

Infatti, nella detta particolare situazione atmosferica,  la fumarola si palesa in tutta la sua "grandezza" condensandosi in un'alta e densa colonna di vapore ben visibile anche da lontano.

In alcune occasioni sono state segnalate proiezioni verso l'alto di acqua (geyser) con  getti fino a cinque metri e con temperature tra i 75 e i 95 gradi centigradi che se pure hanno destato allarme, gli scienziati, sulla scorta di più complete informazioni strumentali, hanno ridimensionato gli stessi a fenomeni superficiali dovuti alle infiltrazioni di abbondante acqua piovana e con un elevato grado di pericolosità solo in prossimità dell'emissione di acqua e vapore.

L'area idrotermale di Pisciarelli, comunque è già da tempo, come d'altronde tutta la caldera dei Campi Flegrei , monitorata e oggetto di studi e approfondimenti.

Le costanti ricerche hanno dimostrato come proprio in quell'area negli ultimi anni, i fluidi dell'ampia zona idrotermale dei Campi Flegrei si siano spostati e là concentrati ad una profondità inferiore al chilometro, fenomeno che ha comportato un ampliamento dell'area di emissione, confermando l'area di Pisciarelli come quella più attiva dell'intera caldera.

Un recente studio, pubblicato dalla rivista 'Scientific Reports' dal titolo "The Pisciarelli main fumarole mechanisms reconstructed by electrical resistivity and induced polarization imaging", realizzato nell'ambito del Progetto INGV 'Pianeta Dinamico - Working Earth' e della Convenzione B2 INGV-DPC 2019-2021, ha consentito, attraverso indagini geofisiche di tipo elettrico e tecniche tomografiche ad alta risoluzione, la ricostruzione dell'aspetto tridimensionale del sottosuolo dell'area di Pisciarelli, zona in cui si ribadisce, si riscontra la  massima emissione di gas nei Campi Flegrei.

Il detto studio, ha messo in evidenza, tra l'altro, che la frattura attraverso la quale salgono in superficie i fluidi, provenienti da un profondo serbatoio, attraversano uno strato di materiale argilloso. Esso è un ulteriore contributo per la migliore comprensione dell'evoluzione dei fenomeni vulcanici e dei rischi associati, utile a migliorare le strategie di monitoraggio, di un'area particolarmente attiva che negli ultimi dieci anni, si ripete, è stata oggetto di notevoli cambiamenti morfologici, compreso l'apertura di nuove fumarole  e variazioni delle caratteristiche geochimiche dei fluidi emessi, nonché l'ulteriore estensione della pozza di fango esistente.

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